Sì, ma cosa c’entrano i Fantastici 4 con le community?
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- Creato Venerdì, 11 Dicembre 2015 16:07
- Scritto da Fabrizio Maddalena
Un paio di giorni fa, leggendo uno degli articoli pubblicati da Alessandro Donadio sul suo blog, ho cominciato a riflettere sul ruolo del Community Manager (CM), ruolo che purtroppo è spesso frainteso anche da chi si proclama esperto del settore.
Fermo restando che il compito del CM non è fare seeding editoriale ma piuttosto connettere tra di loro i membri della community, possiamo riassumere il suo ruolo prendendo in prestito dal mondo dei fumetti uno dei super eroi (o, meglio, un gruppo di super eroi) che amavo di più da bambino: I Fantastici Quattro.
Le caratteristiche di un buon CM infatti possono essere ben riassunte ispirandosi ai super poteri del quartetto ideato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1961:
Mister Fantastic (Reed Richards)
Cominciamo con il capo del gruppo, che durante quella fatidica pioggia di radiazioni cosmiche, ha acquisito la capacità di allungarsi. Proprio come lui il CM deve essere flessibile nei confronti dei membri della propria community, diplomatico e aperto al dialogo anche con chi si comporta in maniera non proprio ortodossa. Inoltre egli deve estendersi il più possibile per creare occasioni di discussione tra i membri della community in modo da favorire la conoscenza reciproca e l’interazione.
La Cosa (Ben Grimm)
Il fatto di essere flessibile non significa però lasciar fare alla community tutto quello che gli pare. Il bravo CM deve quindi avere una forza sovrumana per intervenire energicamente sugli interventi critici, avendo però consapevolezza della propria potenza e rispettando sempre il pensiero dell’altro. Potremmo dire che la forza deve essere legata sempre a doppio filo al rispetto per gli altri e per le idee diverse dalle proprie. Affrontando i commenti critici il CM deve inoltre accettare e riconoscere i propri difetti e i propri errori, ove ci siano stati, per cui è necessaria davvero una forza sovrumana!
La Torcia Umana (Johnny Storm)
Come il simpatico Johnny, anche il CM deve ardere di passione per la propria community. Conoscere a fondo i partecipanti, i loro interessi e i loro stili di comportamento gli permetterà di creare quelle connessioni di cui la community ha tanto bisogno. Oltretutto (e chi fa il CM lo sa) è davvero necessario il sacro fuoco della passione per fare questo lavoro…devono piacerti la relazione, il dialogo e la discussione, insomma devono piacerti le persone. Ed è assolutamente indispensabile avere un buon rapporto con gli altri. Ehi, aspetta…qualcuno ha parlato di assertività?
La Donna Invisibile (Sue Storm)
C’è una frasettina ad effetto che mi piace sempre ribadire quando parlo di questo argomento: “In una community ideale il CM è invisibile”. Come ben dice Alessandro nell’articolo citato sopra “Quanto più è lui [il CM ndr] a dover parlare tantomeno la community cresce, diviene autonoma e produttiva.”, e questo significa che l’attività del CM non è di per se produrre contenuti ma piuttosto creare le condizioni perché siano i membri della community a produrli. Proprio come Sue Storm, anche il Community Manager lavora quasi senza lasciare traccia di se. E non è scorretto dire che, più che la sua presenza, generalmente si sente fortemente la sua assenza.
P.S. Essendo tutte le immagini dei F4 sotto copyright, purtroppo ho dovuto ripiegare su qualcosa di meno accattivante. Ah, per la cronaca, gli altri miei super-eroi preferiti erano Capitan America e Daredevil
Image courtesy of Sira Anamwong / FreeDigitalPhotos.net
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