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Google Cloud Next 2017

Un momento della presentazione di Google Cloud NextC'era molta gente ieri a Milano, per la presentazione di Google riguardante l'offerta che il gigante del web riserva alle aziende. Per quanto mi riguarda è stata un'ottima occasione per comprendere meglio il futuro della tecnologia, non solo quella dedicata alle aziende ma anche di ciò che presto sarà un pezzo della vita digitale di tutti noi.

I relatori che hanno presentato Google Cloud ad una platea di circa millecinquecento persone, hanno dichiarato che  gli sforzi della internet company si stanno concentrando su tre grosse aree: Machine Learning (ML), Intelligenza Artificiale (AI) e Big Data. E l'imperativo è uno solo: portare le macchine a comprendere l'uomo. Esattamente l'opposto di ciò che è stato fino ad ora.

L'offerta è tutta basata sul cloud, appunto, che, oltre a Gmail, alla classica suite di GOffice, a GDrive e alla versione "pro" di tutti quei servizi web che tanto vengono utilizzati da tutti noi, propone delle API che possono essere utilizzate per programmare applicazioni specifiche. In generale Google Cloud si basa su alcuni concetti che dovrebbero essere alla base della digitalizzazione di un'azienda. 

  • Sicurezza: fino ad ora è stata un po' il freno principale all'utilizzo di applicazioni su cloud. Google ha lavorato molto su questo punto,  garantendo un grado di sicurezza particolarmente elevato che prevede un controllo non solo dei collegamenti in entrata ma anche di quelli interni al sistema. In pratica ogni singolo componente della rete è considerato potenzialmente insicuro e controllato mediante un chip sviluppato apposta che permette di dormire sogni tranquilli. Alcuni algoritmi ML permettono poi di lavorare sulla garanzia di privacy che è possibile considerare correlata al tema della sicurezza.
  • Innovazione: su questo fronte Google ha presentato il proprio fiore all'occhiello dedicato alla programmazione su base dati: Cloud Spanner. Come recitava una delle diapositive, prendendo spunto da un articolo pubblicato su Wired: "Cloud Spanner non è solamente un software […] È l'unione di software, hardware e di un network incredibilmente robusto". La vera novità di questo applicativo è l'utilizzo di SQL  (quindi alta compatibilità e facilità di integrazione con software di terze parti) per sviluppare soluzioni in grado di processare in tempo reale grosse moli di dati. Un'impressionante live demo ha permesso di dare un'occhiata alle "Video Intelligence API" in grado di riconoscere gli elementi contenuti in un video e indicizzarli in modo da effettuare ricerche mirate (ad esempio "Dammi tutti i video che contengono una spiaggia").
  • Collaborazione: diciamo che questa è la parte meno innovativa che comprende il sopra citato ecosistema di servizi che Google offre ai propri utenti: da Gmail a Goffice, da G+ a Gdrive, ecc. Anche queste classiche applicazioni in cloud stanno però subendo una trasformazione a base di ML e AI in grado, ad esempio, di utilizzare il linguaggio naturale per creare formule personalizzate nei fogli elettronici. Google ha dichiarato che Gsuite (il cui lancio risale al lontano 2006) conta al momento più di tre milioni di aziende utilizzatrici, un bel risultato destinato a salire grazie alle novità implementate in esclusiva per gli utilizzatori professionali.

L'evento si è chiuso con un panel di aziende che hanno presentato casi reali. Su tutti spiccava quello di Barilla che ci ha ricordato una cosa importante: al di là delle meraviglie tecnologiche, non bisogna dimenticare che le aziende sono fatte di persone e che senza un profondo cambiamento della mentalità aziendale e una particolare attenzione alle esigenze dei collaboratori, la digitalizzazione rischia di essere un investimento fine a se stesso e quindi inutile. Per digitalizzare veramente un'organizzazione bisogna quindi non solo investire in tecnologia ma anche nello sviluppo delle persone. Su questo tema vi rimando libro e al blog del mio amico Alessandro Donadio che ne sa sicuramente più di me!