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L'importanza dell'identità digitale

identita digitaleÈ notizia recente che la campionessa paralimpica Bebe Vio è stata minacciata di violenza sessuale su Facebook. Chi frequenta il social network di Mark Zuckemberg, probabilmente sa anche che Selvaggia Lucarelli ha cominciato una crociata ad oltranza contro il cyberbullismo e i comportamenti inopportuni che molti utenti hanno soprattutto nei confronti delle donne. Questa crociata è nata dal suicidio della povera Tiziana Cantone, morta anche per essere stata bersagliata dai "soliti noti" di Facebook.

Lasciando da parte qualsiasi giudizio morale in merito, mi preme far notare come queste notizie sottolineino l'importanza della istituzione di una sorta di "Carta d'Identità digitale" che permetta una rapida identificazione della persona in Internet. A mio parere la cosa non lederebbe la libertà di ognuno di noi, ma potrebbe invece armonizzare la nostra vita reale con quella digitale, permettendoci di essere noi stessi sia online che offline.

 Tale armonizzazione sta diventando sempre più necessaria in quanto la distinzione tra reale e virtuale è sempre più sottile e quello che noi facciamo in Internet ha un peso sempre maggiore sul nostro modo di vivere e di interagire con gli altri. Il punto che chiederei di valutare è il seguente: perché devono esserci due pesi e due misure rispetto alle modalità di identificazione a seconda che si sia in Rete o nella vita reale? Non sarebbe giusto avere un modo per essere identificabili anche sulla Rete?

Io non so assolutamente come si potrebbe realizzare tecnicamente tutto questo. Sicuramente non è una cosa facile, dato che la cosa va a toccare aree abbastanza sensibili come la privacy e la libertà di espressione. Certo è che i social network sono pieni di frasi e affermazioni, a volte sgradevoli, a volte decisamente lesive delle persone coinvolte, che dipendono anche dall'assenza di una facile identificazione.

Ultimamente in Italia qualcuno ci sta provando: il progetto SPID è orientato, appunto, all'identificazione digitale dei cittadini italiani, ma sembra una cosa più diretta alle necessità della Pubblica Amministrazione che alla normale vita di tutti i giorni. Inoltre, da quello che dice chi già ha attivato tale servizio, la procedura è farraginosa, complicata e piena di insidie. E soprattutto, almeno per ora, è su base volontaria. Nonostante tutto ciò è sicuramente un passo avanti.

Per come la vedo io non serve emanare leggi orientate a mettere il bavaglio ai post che, per quanto essi possano essere scomodi, sono spesso una lecita espressione del pensiero. Trovo giusto però poter attribuire quei post al loro autore in modo che quest'ultimo possa ricevere gli onori ma anche gli oneri di quanto dichiarato. Credo quindi che nei prossimi anni il dibattito sull'identità digitale diventerà sempre più acceso e porterà a soluzioni che sicuramente non saranno immediatamente perfette, ma permetteranno almeno di cominciare un percorso.

E' chiaro che la questione è anche (e soprattutto) culturale, dato che per molti le opinioni espresse sulla Rete non hanno lo stesso "peso" di quelle espresse nella vita reale. Ma qui si aprirebbe il capitolo dell'educazione ad Internet che, di fatto, ancora oggi viene trascurata, soprattutto dalle scuole primarie.

Ma di questo importante argomento parleremo in un prossimo post.