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Yahoo Italia: parlano i surfer originali - Alessandra Papini

L'ex Surfer Yahoo Alessandra PapiniEccoci tornati alla nostra serie di interviste ai surfer originali di Yahoo Italia che prende spunto da un articolo pubblicato qualche mese fa dal New York Times.

In questo caso la persona intervistata è proprio colei a cui Yahoo fornì "le chiavi" per aprire la propria filiale italiana: Alessandra Papini, la quale lavorava per il colosso di Sunnyvale ancora prima che questo avesse una sede nel nostro Paese.

Chi è Alessandra Papini e cosa fa attualmente?

Genovese emigrata in pianura per lavorare, 44 anni, moglie, mamma di tre figli e prof di inglese in ruolo nelle scuole superiori statali. 

Yahoo! Italia è nata nel 1998. Tu in che anno sei entrata? 
Nel 1998, qualche mese dopo il lancio del sito italiano. Avevo però già collaborato con Yahoo! nei mesi che hanno preceduto la nascita del sito come traduttrice dei contenuti del sito americano. 

E in che anno sei uscita?
Nel 2006.

Qual è il primo ricordo legato al tuo ingresso in Yahoo! Italia?

Il gruppo di lavoro molto affiatato, il bellissimo appartamento in Brera che ospitava gli uffici e la sensazione di sentirsi a casa invece che in un posto di lavoro. 

E qual è stata la tua carriera professionale negli anni che hai lavorato lì?
Dopo la breve esperienza come consulente esterna per le traduzioni, sono stata assunta a tempo indeterminato come surfer. All'inizio eravamo solo a in tre a cercare e recensire siti, poi si sono aggiunti altri fino a raggiungere una squadra di una decina di persone, che ho anche gestito per un periodo. 

Mi racconti com’era organizzata Yahoo! in quegli anni?
Provenivo da un'esperienza lavorativa al customer care di Citibank, quindi avevo già visto come erano organizzate le multinazionali americane. Yahoo! seguiva questo schema nell'importanza che dava alla formazione dei nuovi assunti, nel rispetto delle politiche aziendali e nel voler riprodurre il sito .com nelle realtà locali. Si lavorava per obiettivi. L'organizzazione dell'ufficio italiano è cambiata moltissimo negli anni immediatamente dopo la nascita del sito. All'inizio stavamo tutti in due stanze e il management aveva sede negli Stati Uniti o in qualche altra sede europea. Dopo un anno la sede italiana aveva una propria organizzazione manageriale e assumeva personale. In otto anni Yahoo! Italia ha cambiato sede tre volte per problemi di spazio. Io sono andata via prima dell'ultimo trasloco. Anche l'organizzazione di Yahoo! nel mondo cambiava spesso, forse  per cercare di stare al passo con i rapidissimi cambiamenti di Internet di quegli anni. 

Cosa facevano esattamente i mitici surfer?
Non sono mai riuscita a spiegare il mio lavoro né ai miei genitori, troppo lontani da Internet, né ai miei figli, troppo vicini a quello che Internet è oggi e che non era nel 1998. I surfer facevano un lavoro utilissimo per chi voleva reperire informazioni online all'epoca, catalogavano i siti per argomento in una sorta di biblioteca virtuale, una directory organizzata in categorie tematiche. Riassumevano in poche righe il contenuto del sito catalogato, l'utente aveva la possibilità di navigare attraverso gli argomenti della directory o di ricercare all'interno di essa per parole chiave cliccando sul sito solo se quest'ultimo veramente lo interessava. La rete era molto lenta, soprattutto i collegamenti casalinghi non offrivano certo la velocità di oggi. I surfer lavoravano per aiutare l'utente a trovare quello che stava cercando nel più breve tempo possibile. L'attenzione di Yahoo! dei primi anni era tutta sull'utente e sulla qualità dei servizi che offriva. 

Utilizzi molto Internet per il tuo lavoro attuale?
Utilizzo molto la ricerca di Google, YouTube e ovviamente la mail. Yahoo! Mail continua ad essere la mia preferita. Trovo moltissimi contenuti in inglese in rete e li uso spesso per le mie lezioni.

Secondo te che differenza c’è tra il Web degli anni ’90 e quello del 2016?
Stiamo parlando di due mondi molto diversi. E' cambiato tutto: il numero degli utenti Internet, il modo di trovare siti con Google, la pubblicità sempre più invadente e personalizzata, la grafica, il divulgarsi dei social e gli smart phone.

Cosa pensi della recente chiusura della sede italiana?
Mi rende molto triste, è la conseguenza naturale dei cambiamenti di Yahoo!.

Hai seguito le recenti vicende legate a Yahoo (vendita a Verizon, hackeraggio degli account, mail spiate per conto del governo americano)?
Più o meno

Cosa ne pensi?
Nulla di razionale, non ne so abbastanza. Ho solo un po' di nostalgia di quando era Yahoo! ad acquistare altre aziende. 

Sei rimasta in qualche modo legata a questo brand?
Decisamente sì. Ho solo ricordi positivi legati al nome Yahoo!, lavoro di qualità e persone eccezionali.

Qualche aneddoto divertente o inedito legato a Yahoo che puoi raccontarci?
Quando David Filo rischiò di non entrare in ufficio perché fermato dal custode dello stabile in quanto "era vestito male e sembrava un tipo strano". Una volta guadagnata una scrivania, lo ricordo come un grande lavoratore, sempre con lo sguardo al suo portatile, calmo e sereno. 

A tuo parere cosa ha dato Yahoo ad Internet? 
L'intuizione di quello che Internet sarebbe diventato dieci anni dopo. Nel 1998 Yahoo! aveva intuito l'idea di social, elencato i siti per popolarità nella directory e lavorava sullo sviluppo della grafica per mobile. E ancora non esistevano gli smart phone. 

E cosa ha dato invece Alessandra ad Internet?
La prospettiva dell'utente medio. Certamente non avevo e non ho le caratteristiche del nativo digitale. Se un servizio è facile da usare per me vuol dire che è apprezzato da